MULTITASKING NEI PROGETTI
- Gianluca Davico
- 13 nov
- Tempo di lettura: 4 min
IL KILLER SILENZIOSO DELLA PRODUTTIVITĆ NEGLI AMBIENTI MULTIPROGETTO

Premessa
Nelle organizzazioni moderne il multitasking ĆØ quasi un marchio di valore. Chi āfa tante cose insiemeā viene percepito come dinamico, impegnato, indispensabile.
Eppure, nei progetti ā soprattutto in quelli complessi ā il multitasking ĆØ ilĀ killer numero uno della produttivitĆ .
Non perché le persone non siano capaci o volenterose, ma perché il multitasking distrugge il flusso di lavoro, aumenta il tempo di completamento e moltiplica ritardi e costi.
Ecco perchƩ dovremmo smettere di celebrarlo.
PerchĆØ il multitasking nei progetti fa cosi male
1 - Allunga drasticamente i tempi
Ogni volta che una risorsa passa da un task allāaltro, perde minuti (o ore) solo per riprendere il filo. QuestoĀ switching costĀ rallenta tutto: due attivitĆ svolte in parallelo impiegano più del doppio di tempo.

2 - Aumenta il work in progress (WIP)
Il multitasking fa iniziare molti task, ma ne fa finire pochi.
Aumentando il multitasking la produttivitĆ (il delivery rate) diminuisce: il lavoro si accumula, i colli di bottiglia si saturano e il progetto avanza più lentamente. A questo punto la pressione per condurre più task in parallelo aumenta: a causa dellāexpediting per āscodareā il backlog e per anticipare i lavori con lāillusione di ridurre il rischio di ritardi futuri. Questo non fa altro che innescare un circolo vizioso negativo, come evidenziato in figura.

3.Ā Aumenta la variabilitĆ e il rischio di ritardi
Le interruzioni introdotte dal multitasking amplificano lāincertezza nelle durate. Ogni piccola deviazione si propaga sulla catena critica del progetto, rallentando tutto.
4.Ā Distrugge il focus
Il vero progresso nasce dalla concentrazione profonda e continuativa. Il multitasking frammenta l'attenzione, riduce la qualitĆ e aumenta gli errori, che a loro volta richiedono revisione e ulteriore tempo.
5.Ā Crea prioritĆ caotiche
Quando tutti chiedono tutto contemporaneamente, le risorse non sanno più qual ĆØ l'attivitĆ davvero critica per il progetto. E senza una prioritĆ unica, si finisce per fare āun poā di tuttoā e completare nulla.
PerchĆØ ĆØ cosi difficile eliminare il multitasking dal nostro modo di lavorare?
Non ĆØ sufficiente dire āda oggi non facciamo più multitaskingā. Ci sonoĀ barriere radicateĀ ā psicologiche, culturali e organizzative ā che mantengono il sistema bloccato.
Le principali sono tre.
Barriere psicologiche
1. Bisogno di sentirsi occupati
Fare molte cose dĆ una falsa sensazione di produttivitĆ .
2. Paura di dire ānoā
Si teme di sembrare poco collaborativi.
3. Ansia da inattivitĆ
Avere un solo task aperto sembra rischioso o ātroppo pocoā.
4. Pressione sociale
Se tutti fanno multitasking, chi non lo fa sembra lento o poco impegnato.
Barriere di know how
1. Non conoscenza delle reali ramificazioni negative
La maggior parte delle persone non ĆØ consapevole dei costi cognitivi e temporali dello switching.
2. Confusione sulle prioritĆ
Senza un criterio chiaro, tutto sembra urgente.
3. Scarsa comprensione del vincolo
Se non si sa qual ĆØ la risorsa critica, la si sovraccarica.
4. Mancata adozione di tecniche di flow management
Controllo del WIP, buffer management e prioritĆ CCPM sono spesso sconosciuti.
Barriere organizzative
1. Troppi progetti aperti
La capacitĆ finita delle persone, e quindi dellāorganizzazione, viene ignorata. Possiamo ancora fare affidamento sulle logiche PERT/Critical Path che non considerano i vincoli di capacitĆ ?
2. Cultura della reattivitĆ
Rispondere tempestivamente alla Chat, oppure rispondere subito alla email che ci accusa di qualcosa: sono alcune delle interruzioni continue che rendono impossibile il focus.
3. KPI sbagliati
Premiare la āvelocitĆ di rispostaā porta a interrompere continuamente il lavoro importante. Provate a pensare ai vostri contratti di āserviceā con SLA di presa in carico entro 2 ore: ĆØ la velocitĆ di presa in carico che ci interessa o quella di risoluzione dei problemi?
4. Ruoli e responsabilitĆ poco chiare
Se nessuno definisce le priorità , tutti decidono per sé, e il caos è garantito.
Come superare le diverse barriere?
Ecco alcune contromisure efficaci:
Riconoscere le ricadute negative del multitasking: comprendere le logiche del flusso. Fare formazione se serve
Definire prioritĆ univoche, visibili e condivise.
Ridurre drasticamente il WIPĀ (principio Lean-Flow).
Proteggere il tempo di focus, limitando le interruzioni.
Identificare la risorsa vincoloĀ e subordinare tutto il resto alla massimizzazione della sua produttivitĆ .
Introdurre i buffer e il metodo Critical ChainĀ per proteggere la catena critica.
Educare il teamĀ sui costi reali del multitasking.
Cambiare i KPI, premiando completamento e flusso, non occupazione.
Ottenere la sponsorship dallāalto: la comprensione degli effetti negativi e la āprotezioneā del team devono partire dai vertici aziendali.
Focus sul global optima: il goal non ĆØ raggiungere efficienze locali (es: saturazione delle risorse; produttivitĆ di ogni reparto) ma massimizzare la produttivitĆ del sistema sfruttando al meglio i suoi vincoli.
Conclusioni
Il multitasking non è una virtù: è un freno. Ridurre il multitasking significa:
§ accelerare i progetti,
§ ridurre i ritardi,
§ migliorare la qualità ,
§ abbassare lo stress,
§ aumentare le performance globali dellāorganizzazione.
à una delle leve più potenti e allo stesso tempo meno sfruttate nella gestione dei progetti.Chi riesce a eliminarlo non solo consegna prima, ma lavora meglio e con meno rumore organizzativo.
