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MULTITASKING NEI PROGETTI

IL KILLER SILENZIOSO DELLA PRODUTTIVITƁ NEGLI AMBIENTI MULTIPROGETTO


Persona che fa multitasking

Premessa

Nelle organizzazioni moderne il multitasking ĆØ quasi un marchio di valore. Chi ā€œfa tante cose insiemeā€ viene percepito come dinamico, impegnato, indispensabile.

Eppure, nei progetti — soprattutto in quelli complessi — il multitasking ĆØ ilĀ killer numero uno della produttivitĆ .

Non perché le persone non siano capaci o volenterose, ma perché il multitasking distrugge il flusso di lavoro, aumenta il tempo di completamento e moltiplica ritardi e costi.

Ecco perchƩ dovremmo smettere di celebrarlo.

PerchĆØ il multitasking nei progetti fa cosi male

1 - Allunga drasticamente i tempi

Ogni volta che una risorsa passa da un task all’altro, perde minuti (o ore) solo per riprendere il filo. QuestoĀ switching costĀ rallenta tutto: due attivitĆ  svolte in parallelo impiegano più del doppio di tempo.

effetto del multitasking
2 - Aumenta il work in progress (WIP)

Il multitasking fa iniziare molti task, ma ne fa finire pochi.

Aumentando il multitasking la produttivitĆ  (il delivery rate) diminuisce: il lavoro si accumula, i colli di bottiglia si saturano e il progetto avanza più lentamente. A questo punto la pressione per condurre più task in parallelo aumenta: a causa dell’expediting per ā€œscodareā€ il backlog e per anticipare i lavori con l’illusione di ridurre il rischio di ritardi futuri. Questo non fa altro che innescare un circolo vizioso negativo, come evidenziato in figura.


code e wip
3.Ā Aumenta la variabilitĆ  e il rischio di ritardi

Le interruzioni introdotte dal multitasking amplificano l’incertezza nelle durate. Ogni piccola deviazione si propaga sulla catena critica del progetto, rallentando tutto.

4.Ā Distrugge il focus

Il vero progresso nasce dalla concentrazione profonda e continuativa. Il multitasking frammenta l'attenzione, riduce la qualitĆ  e aumenta gli errori, che a loro volta richiedono revisione e ulteriore tempo.

5.Ā Crea prioritĆ  caotiche

Quando tutti chiedono tutto contemporaneamente, le risorse non sanno più qual ĆØ l'attivitĆ  davvero critica per il progetto. E senza una prioritĆ  unica, si finisce per fare ā€œun po’ di tuttoā€ e completare nulla.

PerchĆØ ĆØ cosi difficile eliminare il multitasking dal nostro modo di lavorare?

Non ĆØ sufficiente dire ā€œda oggi non facciamo più multitaskingā€. Ci sonoĀ barriere radicate — psicologiche, culturali e organizzative — che mantengono il sistema bloccato.

Le principali sono tre.

Barriere psicologiche

1. Bisogno di sentirsi occupati

Fare molte cose dĆ  una falsa sensazione di produttivitĆ .

2. Paura di dire ā€œnoā€

Si teme di sembrare poco collaborativi.

3. Ansia da inattivitĆ 

Avere un solo task aperto sembra rischioso o ā€œtroppo pocoā€.

4. Pressione sociale

Se tutti fanno multitasking, chi non lo fa sembra lento o poco impegnato.

Barriere di know how

1. Non conoscenza delle reali ramificazioni negative

La maggior parte delle persone non ĆØ consapevole dei costi cognitivi e temporali dello switching.

2. Confusione sulle prioritĆ 

Senza un criterio chiaro, tutto sembra urgente.

3. Scarsa comprensione del vincolo

Se non si sa qual ĆØ la risorsa critica, la si sovraccarica.

4. Mancata adozione di tecniche di flow management

Controllo del WIP, buffer management e prioritĆ  CCPM sono spesso sconosciuti.

Barriere organizzative

1. Troppi progetti aperti

La capacitĆ  finita delle persone, e quindi dell’organizzazione, viene ignorata. Possiamo ancora fare affidamento sulle logiche PERT/Critical Path che non considerano i vincoli di capacitĆ ?

2. Cultura della reattivitĆ 

Rispondere tempestivamente alla Chat, oppure rispondere subito alla email che ci accusa di qualcosa: sono alcune delle interruzioni continue che rendono impossibile il focus.

3. KPI sbagliati

Premiare la ā€œvelocitĆ  di rispostaā€ porta a interrompere continuamente il lavoro importante. Provate a pensare ai vostri contratti di ā€œserviceā€ con SLA di presa in carico entro 2 ore: ĆØ la velocitĆ  di presa in carico che ci interessa o quella di risoluzione dei problemi?

4. Ruoli e responsabilitĆ  poco chiare

Se nessuno definisce le priorità, tutti decidono per sé, e il caos è garantito.

Come superare le diverse barriere?

Ecco alcune contromisure efficaci:

  1. Riconoscere le ricadute negative del multitasking: comprendere le logiche del flusso. Fare formazione se serve

  2. Definire prioritĆ  univoche, visibili e condivise.

  3. Ridurre drasticamente il WIPĀ (principio Lean-Flow).

  4. Proteggere il tempo di focus, limitando le interruzioni.

  5. Identificare la risorsa vincoloĀ e subordinare tutto il resto alla massimizzazione della sua produttivitĆ .

  6. Introdurre i buffer e il metodo Critical ChainĀ per proteggere la catena critica.

  7. Educare il teamĀ sui costi reali del multitasking.

  8. Cambiare i KPI, premiando completamento e flusso, non occupazione.

  9. Ottenere la sponsorship dall’alto: la comprensione degli effetti negativi e la ā€œprotezioneā€ del team devono partire dai vertici aziendali.

  10. Focus sul global optima: il goal non ĆØ raggiungere efficienze locali (es: saturazione delle risorse; produttivitĆ  di ogni reparto) ma massimizzare la produttivitĆ  del sistema sfruttando al meglio i suoi vincoli.

Conclusioni

Il multitasking non è una virtù: è un freno. Ridurre il multitasking significa:

§  accelerare i progetti,

§  ridurre i ritardi,

§  migliorare la qualità,

§  abbassare lo stress,

§  aumentare le performance globali dell’organizzazione.

È una delle leve più potenti e allo stesso tempo meno sfruttate nella gestione dei progetti.Chi riesce a eliminarlo non solo consegna prima, ma lavora meglio e con meno rumore organizzativo.


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