Misuriamo il potenziale dell'azienda per creare valore
Come si può misurare il potenziale dell'azienda per creare valore?
La Theory of Constraints ha definito una metrica cardine per valutare la capacità di un sistema di generare valore chiamandola Throughput, e definendola come il "tasso al quale una organizzazione genera unità del proprio goal".
Se ad una generica organizzazione sostituiamo una azienda for profit, e il goal diventa fare profitti possiamo parlare allora di Financial Throughput o di Throughput Finanziario?.
Abbiamo pensato di coniare tale termine perché quando parliamo di Throughput a persone in azienda che si occupano di controllo di gestione, oppure ad un CFO, il termine da solo risulta di difficile assuefazione. Se dopo qualche giorno il nostro interlocutore va a fare una ricerca su internet, troverà concetti legati alla sfera ingegneristica e fisica del throughput, tipo la seguente, perdendo traccia rispetto al messaggio originario che si voleva far passare.
Sebbene il concetto di frequenza e velocità siano molto chiari, abbiamo preferito coniare il termine di Financial Throughput, (o di Throughput Finanziario per dirla in italiano, evitando di voler tradurre per forza la parola throughput...), per cercare di essere più specifici, ritenendo che possa essere più facilmente compreso quando parliamo del goal per le aziende for profit,
La definizione è poi la stessa di quella introdotta da Goldratt in "The Goal - A Process of Ongoing Improvement" quando Jonah spiega ad Alex Rogo le tre metriche fondamentali per valutare le performance aziendali: ossia il Financial Throughput è "il tasso al quale il sistema genera denaro tramite la vendita di prodotti e servizi."
Throughput, Margine e Throughput Finanziario
Il throughput di un processo produttivo è il tasso al quale il processo produttivo rilascia unità finite del suo output.
Ovviamente esiste una relazione tra il throughput produttivo e la capacità del sistema di produrre denaro. La domanda è come misurare questa relazione?
Il cost accounting ci ha abituati a misurare la redditività valutando il margine conseguito tramite la vendita dei prodotti e servizi, dove il margine di prodotto (detto "product margin") viene misurato come la differenza tra il prezzo di vendita del prodotto e il costo per produrlo.
Il margine di prodotto è un paradigma ben consolidato: spinti da questo paradigma è comune pensare che, per guadagnare di più, sia necessario spingere sul mercato i prodotti con i margini più alti.
Yes,....but. Siamo sicuri che questo paradigma si possa seguire alla lettera? Spingere il mix dei prodotti con i margini più altri garantisce sempre di massimizzare il Throughput Finanziario? In altri termini, focalizzare le risorse sui prodotti che offrono il product margin più alto è condizione necessaria e sufficiente per massimizzare la quantità di denaro generato dall'azienda?
Scopriamolo.
Il criterio decisionale sotteso al product margin
Quando si prendono decisioni di mix considerando il contributo di ciascun prodotto alla generazione del profitto, la misura del margine di prodotto trascura un'aspetto fondamentale: l'impatto che il prodotto ha sul sistema nei processi di produzione e di commercializzazione.
Ipotizziamo che la nostra azienda produca 2 prodotti. Il prodotto A, che genera un product margin di 1.000€ per unità venduta, e il prodotto B, che genera un margine di 200€ per unità venduta.
Alla domanda: "quale prodotto ci conviene spingere?", nessun dubbio che, spinti dal paradigma del margine, tutti (o quasi) risponderanno "il prodotto A". Qualsiasi sistema informativo gestionale fondato sul cost accounting ci fornirebbe lo stesso suggerimento.
Ma se il sistema è in grado di produrre 2 unità al giorno di A e 15 unità al giorno di B, possiamo ancora ritenere che A sia preferibile rispetto a B?
Il problema analizzato dal punto di vista del Financial Throughput.
Il punto di vista della Theory of Constraints è che le performance vanno misurate a livello di sistema: prendere decisioni basandosi su metriche e informazioni locali (ossia riferite alle performance di singoli elementi del sistema, come il margine unitario di prodotto) sottopone il decision-maker al rischio di fare scelte potenzialmente sbagliate, quando non addirittura dannose.
Ogni decisione e azione su una parte del sistema ha ripercussioni sull'intero sistema: in altri termine il sistema "cambia" di stato non appena si agisce su una sua variabile, ed ecco perché la decisione non può essere basata su informazioni di performance locali "precostituite" quali il margine di prodotto che si prende come riferimento per le decisioni di mix.
Parliamo di misura precostituita, perchè a causa dell'impossibilità di determinarla in real time, si usa quasi sempre la definizione di margine standard, e si assume che lo standard valga per un intero anno a prescindere dalla miglialia di azioni che si fanno in un anno sul sistema e che ne cambiano in continuazione il suo stato.
La misura del Financial Throughput tiene in considerazione due fattori ignorati dalle logiche basate sulla contabilità manageriale dei margini di prodotto:
La capacità e la velocità alla quale il sistema genera denaro
L'impatto che hanno i vincoli su tale capacità e velocitÃ
Tenendo in considerazione velocità e vincoli, vediamo che la scelta sul prodotto preferibile per generare profitti cambia radicalmente. Il grafico mostra come tenendo in considerazione non solo il margine, ma anche il throughput rate, il prodotto B riesca a generare una quantità di Throughput Finanziario per unità di tempo maggiore rispetto al prodotto A.
Volendo essere precisi, per misurare la reale capacità del sistema di produrre denaro, i margini di 1.000€ e 200€ per unità , dovrebbero essere ricalcolati per rimuovere dal calcolo del margine i costi fissi di trasformazione che vengono comunemente (ed erroneamente) allocati. Questo aggiustamento va fatto in quanto i costi fissi di trasformazion non si muovono in funzione di produttività e velocità , ma sono legati alla decisione di dotarsi di una certa capacità produttiva. Ma non vogliamo rendere troppo complicata la cosa per spiegare il concetto.
Ciò che ne consegue, è che iniziando a pensare i termini di Financial Throughput, si apre la porta ad un mondo nuovo e a nuovi paradigmi nei processi di pianificazione e nei processi decisionali.
La misura del Financial Throughput ha molteplici valenze:
è in grado di misurare la capacità ingegneristica del sistema di creare valore (Financial Throughput Potenziale). Questa misura può essere utilizzata per valutare l'impatto di qualsiasi decisione
è in grado di misurare la reale performance conseguita (Actual Financial Throughput)
è in grado di misurare dove il valore viene disperso (Financial Throughput losses) e dove viene ritardato (Financial Throughput delay)
Tutte queste valutazioni possono essere fatte perché il Throughput è legato intimamene alla velocità del sistema.
Maggiori dettagli sulle metriche di Throughput Economics sono scaricabili al seguente link
Come implementare le metriche del Financial Throughput
L'implementazione delle metriche del Financial Throughput è relativamente semplice da un punto di vista applicativo. Richiede invece un po' di lavoro di supporto e coaching per imparare ad applicarle con successo a livello organizzativo e decisionale.
Considerando gli aspetti di Management Reporting, il Financial Throughput può essere implementato con semplici accorgimenti nei sistemi di reporting gestionale per distinguere i costi puramente variabili e per isolare i costi frutto di allocazione.
Per supportare i processi di pianificazione e decisionali, potrebbero essere necessari interventi più profondi, a second della situazione dalla quale si parte. Per i clienti che già utilizzano la suite di supply chain planning ed execution di sedApta abbiamo reso questa transizione più semplice, in quanto abbiamo sviluppato insieme a sedApta group l'applicazione di Financial Throughput & Operations Planning, che integra i processi di pianificazione delle vendite e delle operations a modelli di valutazione dell'efficacia finanziaria con le metriche del Throughput Finanziario.
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